Mi distacco per una volta dal filo dell'illustrazione per raccontarvi un fatto che mi è accaduto di recente, che secondo me riassume bene alcuni aspetti della crisi culturale che stiamo vivendo in Italia.
Come forse è emerso da questo mio blog, ogni tanto mi diverto a creare installazioni artistiche per eventi locali, e in genere mi piace creare qualcosa di meno figurativo e più astratto, magari collegato alla matematica. Bene, verso marzo di quest'anno un'amica mi segnala questo bando del neocostruito museo di scienze naturali di Trento, il famoso MUSE. Un bando rivolto ad artisti per realizzare qualcosa di originale per la cerimonia di inaugurazione del museo! Che meraviglia!
Lavorare per un museo all'avanguardia in Italia! Un museo che si presenta degno dell'europa moderna: Progetto di Renzo Piano, strutture fantascientifiche, installazioni interattive, spazi enormi e luminosi... basta con le polverose teche piene di animali morti che piacevano così tanto ai naturalisti dell'ottocento! E' finita l'era dei cartelloni esplicativi ingialliti, delle collezioni di pietre corredate solo da astruse spiegazioni geologiche per specialisti, da biorami stantii dove la cosa più interessante è la ragnatela che si estende dalla coda della volpe impagliata al ramo di betulla con le foglie di plastica!
Finalmente una boccata d'aria fresca!
Decido di partecipare.
Scaricato il pdf della call dal sito, noto subito che i bandi per artisti sono due, uno per trentini, l'altro per il resto del mondo. Va bene, noi Veneti siamo abbastanza abituati a queste differenze tra regioni autonome e regioni normali, quindi non ci faccio troppo caso. Certo, la cosa è seccante: nel bando al quale posso partecipare io è previsto un rimborso spese per i materiali che serviranno a realizzare l'opera, mentre ciascun progetto trentino verrà co-finanziato con 2000 euro cash.
Seccante, già, ma la voglia di partecipare è troppa, anche perchè ho già un'idea.
L'anno scorso avevo realizzato per la mia città, la povera Belluno, un'installazione sui radiolari ispirata dal lavoro di Ernst Haeckel (dettagli in questo post). L'installazione consisteva in una struttura di cartone che doveva somigliare ad una roccia, sulla quale erano montate delle piccole illustrazioni di radiolari in bianco e nero, retroilluminate da una lampada al neon.
L'effetto era quello di un grosso masso illuminato dall'interno, con molti piccoli bozzi dentro ai quali erano nascoste piccole illustrazioni luminose di microorganismi marini.
La cosa si sposa perfettamente con il MUSE: le montagne attorno a Trento e a Belluno sono le Dolomiti, e un'importante parte della loro storia geologica si svolge sott'acqua, negli antichi mari tropicali del Triassico. Gli scheletri minerali di radiolari e i foraminiferi (un'altro tipo di microorganismi marini) hanno dato luogo, nei millenni, alle rocce sedimentarie che ora vediamo svettare a più di 2000 metri d'altezza.
Chiaramente non potevo fallire, è l'installazione perfetta per un museo contemporaneo di storia naturale!
Di buona lena comincio a rendere il progetto presentabile, perchè se per una serata informale a Belluno un prototipo di cartone di recupero poteva andare bene, per il MUSE non era assolutamente adatto. Decido di realizzare la struttura in legno di abete, quindi mi metto a calcolare i materiali, faccio modellini di carta, disegni su disegni e sento varie segherie per un preventivo.
Alla fine viene fuori un minimo di 500 euro e un massimo di 700 euro. Mi sembra onesto, è praticamente un quarto di quello che viene dato ad un progetto trentino. Spedisco la scheda del progetto, corredata di foto, disegni, spiegazione e preventivo e incrocio le dita.
Nel mese che intercorre dalla scadenza del bando alla pubblicazione dell'esito mi dedico ad un'intensa attività pianificatrice, nell'ottica ottimista di essere selezionato. Ho innumerevoli problemi da risolvere, dal tipo di stampa (carta o acetato?) alla colla da usare per costruire la struttura, al tipo di giunto e di snodo da fare per collegare insieme i moduli di legno, alla ricerca delle fotografie di protozoi da prendere come ispirazione ai problemi di logistica del trasporto (doveva venir fuori un coso di 2 metri e mezzo di lunghezza per 1 di larghezza per 1,50 di altezza).
Nelle settimane precedenti la pubblicazione dell'esito ricevo alcune telefonate dal MUSE: vogliono dettagli, sono interessati, dicono che è una bella idea. Mi viene detto però che l'interno del museo non è utilizzabile per l'esposizione, dovrò disporre la mia installazione all'esterno, in una piazza di Trento. Peccato, penso, una struttura così stava bene in un ambiente moderno attorniata dal candore di un edificio contemporaneo appena uscito dal cellophan. Ma va bene lo stesso, anzi, mi convinco sempre più che sarò selezionato.
Parlo per telefono al responsabile - sarà la prima di una serie di telefonate surreali. Il responsabile è giovane e gentile, dice che l'idea piace molto e ci tengono alla mia partecipazione, solo che costa un po'. Penso, forse per "rimborso materiali" intendevano gli stecchini dei gelati e colla vinilica? Mi chiede se, "visto che l'opera verrà finanziata", sono interessato a donarla al museo. Non ho capito: ok che mi pagate 500 euro di materiali, ma io ci metto l'idea, lo studio e il lavoro artigianale,vi faccio una cosa originale e bella- se devo anche regalarvela mi sembra una presa in giro.
Dico pacatamente che no, non avevo intenzione di donarla al museo e mi sento rispondere, dopo una pausa di evidente imbarazzo: "Ma...non è che potrebbe portare il prototipo di cartone?"
Guardo fuori dalla finestra, il ciliegio è proprio bello e si intravede il lago giù in valle, sono fortunato a vivere in questo posto. Poi mi ricordo che sto avendo una conversazione surreale, mi stanno chiedendo se posso portare per l'inaugurazione del MUSE un prototipo fatto di cartone e vasetti di yogurt che sta in piedi col nastro adesivo. Dico contenendomi che sarebbe quantomeno inadeguato - già con l'umidità della sera diventa molliccio, figuriamoci se dovesse piovere.
La telefonata termina, mi rimetto a pensare ad un tipo di incastro da fare per gestire gli angoli variabili della struttura, ma dentro di me non riesco a smettere di sentire che qualcosa non va.
Finalmente esce la lista degli artisti selezionati, e ci sono anch'io! ...ma cosa vuol dire la dicitura "con riserva" accanto al mio nome? Telefono al MUSE, mi dicono che una commissione sta valutando le diverse proposte, devo aspettare una settimana. Aspetto. Il tempo passa, sono un po' nervoso perchè il lavoro da fare è tanto e ogni giorno è prezioso. Dopo una settimana riprendo in mano il telefono ed esco di casa, sono più lucido quando cammino. Compongo il numero del MUSE e mi risponde un'altra responsabile, che candidamente si stupisce che non mi avessero già telefonato. Il problema è sempre quello, i soldi. Evidentemente valgo un quarto di un trentino, forse meno. Ma per fortuna la proporzione esatta mi viene rivelata dopo pochi minuti: il museo può darmi al massimo 200 euro. Non un quarto, quindi... un decimo. Mi viene da ridere guardando la mia stessa espressione riflessa sul parabrezza di un'auto, e rispondo che ci devo pensare, che il progetto viene ad essere ridimensionato. Mi mettono fretta, devono organizzare tutto. Chiedo quattro giorni, mi viene dato l'ok.
Allungo la passeggiata di un paio d'ore per stemperare il nervoso, mi chiedo se c'è un senso cosmico in queste cose, ripercorro mentalmente il progetto che ho inviato loro per scovare punti deboli, incongruenze, costi inutili. 200 euro sono veramente pochi, ma forse qualcosa posso ancora fare. Magari non una struttura così grande, magari più strutture piccole. Butto giù altri schemi, ripenso alle soluzioni che avevo trovato, cerco strade alternative.
Torno a casa nel pomeriggio e accendo il computer in modo automatico. Non sapevo che nella casella di posta di Gmail si nascondesse il colpo basso. Una mail dal MUSE, inviata poche ore dopo la telefonata fatta in mattinata.
Copio e incollo la mail:
"Gentile Marco,
ci siamo sentiti questa mattina riguardo agli aggiornamenti della call MUSE Opening.
Questa mattina ho dovuto comunicarti i tagli che il
Museo avrebbe dovuto fare rispetto alle tue richieste iniziali sul
rimborso per i materiali; purtroppo devo comunicarti che, per recenti
sviluppi, l’organizzazione è stata costretta a
tagliare ulteriormente i rimborsi e quindi per la costruzione della tua
installazione non possiamo fornire alcun contributo.
Sono molto dispiaciuta di doverti comunicare tutto ciò!
Aspetto tue notizie riguardo alla decisione che prenderai riguardo al prendere parte o meno all’inaugurazione.
Cordiali Saluti"
Recenti sviluppi? Che è successo? Forse gli addetti al reparto tassodermia sono impazziti e hanno mischiato le teste agli animali? O tra le rocce della collezione geologica hanno trovato del plutonio?
La serra tropicale è stata invasa da enormi ragni letali che hanno ammazzato gli organizzatori?
Interrompo la catena di pensieri per focalizzarmi sull'unica cosa importante: come da manuale, non è stato previsto un budget.
Non ho parole.
Aspettano mie notizie, ma sono indeciso sulla modalità di comunicazione, non so se recapitare il messaggio per posta normale o con un ICBM. La seconda ipotesi mi stuzzica molto ma decido di telefonare. Buongiorno, salve, telefono per la call opening...ho letto la mail, grazie molto gentili ma non credo parteciperò, no non sia dispiaciuta, sì, sì, grazie, è gentile a dirmi che sareste felici di avermi fra il pubblico, che carini che siete, troppo gentili, farò in modo di venire, forse, ma lo sa, l'orto soffre se non lo bagno, poi ci sono sempre tante cose da fare a casa...magari passerò, se vi fa piacere, grazie, arrivederci.
Spengo il cellulare. Dall'autobus vedo il bosco delle montagne attorno a Belluno, di un verde brillante che si staglia netto contro il cielo azzurro. L'aria è tersa, la pioggia della notte precedente ha lavato via la foschia, si vede ogni singolo dettaglio. E mi rendo conto che sono le mie montagne, le montagne dove sono nato, che mi hanno educato a vedere la bellezza della natura, di un sasso, di una foglia. Mi hanno insegnato ad ascoltare i rumori del bosco, ad annusare i suoi odori. E questa infinita bellezza mi riempie d'orgoglio, e sono fiero di essere bellunese.
12 commenti:
che vergogna...meglio non tradurlo.
però scrivi molto bene marco, il faut le dire... ;)
Per quel che vale... il progetto era veramente bello e meritava di stare il quel museo.
Aspettando tempi migliori!
Ennesima "storia italiana": promesse non mantenute, conti che non tornano, energie e creatività gettate al vento. La cosa più bella è che si sarebbero anche accontentati del modello di cartone!!!...per caso è di cartone anche il museo?
caro Marco si sono persi proprio un bel progetto! complimenti anche per il post, spassoso e poetico
sarei curioso di vedere le opere selezionate...
comunque che storia amara!
Caro Marco,
fortuna che gli altoatesini sono più avanti dei bellunesi! Non ci sono commenti da fare. Per fortuna riusciamo ancora a meravigliarci della bellezza delle piccole cose. Baci
Caro Marco,
fortuna che gli altoatesini sono più avanti dei bellunesi! Non ci sono commenti da fare. Per fortuna riusciamo ancora a meravigliarci della bellezza delle piccole cose. Baci
Tutta la mia solidarietà bellunese! !
Spesso non ci si rende conto quanto una persona lavori duramente ad un progetto grande o piccolo che sia...
In Italia i giovani sono simboli di sfruttamento, persone che, per affermarsi nel mondo del lavoro, non devono fare altro che piegarsi al volere dei potenti senza lamentarsi. Le nostre idee sembrano solo parole futili che ad un colpo di vento cadono per terra e vengono calpestate senza nessuna pietà.
Idee che potrebbero portare ad una rinascita dell'Italia, diversamente dai vecchi regimi che la stanno facendo affondare in un oceano senza speranze.
Resisti Marco!
Io che sono trentina mi sento di dirti che ho vissuto la nascita del Muse in diretta. Il museo è sicuramente bellissimo, all'avanguardia sia dal punto di vista scientifico che didattico. Tutto il contorno è ciarpame politico servito ad assegnare posti e poltrone, fare favori a persone note o sostenitori. Ciò che più comunemente non si sa del ricco trentino è che anche qui, se non ci sono agganci o spinte politiche che arrivano da mamma provincia per i solito raccomandati o sostenitori, non si muove una paglia. Ecco cosa significa il Muse oltre ad essere un gran bel museo:
1) quasi tutti i finanziamenti pubblici del MART sono stati dirottati sul MUSE ed ora il MART vive dell'effetto domino dei turisti che, tornando dalla visita al MUSE si fermano anche a Rovereto a vedere le poco note, ma molto interessanti mostre e collezioni proposte dall'abile nuova direttrice che è bravissima a proporre idee innovative nonostante la mancanza di fondi.
2)Il MUSE doveva essere un edificio a basso impatto ambientale ed energeticamente autosufficiente: i pannelli fotovoltaici montati non sono sufficienti neppure ad alimentare le luci degli uffici.
3)Il MUSE è senza dubbio una vetrina importante per permettere la vendita dei superattici creati da Piano nella zona residenziale creata attorno al museo: il giorno dell'inaugurazione c'erano addirittura le visite guidate agli appartamenti in vendita...La maggior parte degli appartamenti è pronta da un bel po', ma i prezzi sono quelli di Trento centro (circa 8.000€ al metro) e tutti si stupiscono perché nessuno voglia comprare in quella che storicamente è sempre stata la zona delle prostitute di Trento....
Mi dispiace per la tua rocambolesca storia, Marco, ma se non si hanno amici in qualche stanza del potere della Provincia di Trento, ci si deve mettere in fila per aspettare le briciole del fastoso banchetto di quelli che premono i bottini, dei loro amici e dei loro fratelli, cugini, zii etc...In bocca al lupo per il futuro. Con il tuo talento non hai bisogno del Muse!kiara
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